L’essere umano alla nascita riceve in dono due mondi: uno tangibile ed uno intangibile. Il primo è il mondo esterno con il quale l’uomo deve interfacciarsi costantemente, quello che spinge all’azione, quello che permette la creazione di legami con l’altro. Il secondo è quello interiore, a volte abbandonato all’incuria e destinato al ruolo di deposito. Il mondo della tecnica ha reso la vita dell’uomo più comoda e fruibile, ma allo stesso tempo più rapida. In preda alla frenesia degli impulsi, l’uomo si ritrova costantemente in affanno, rincorrendo disperatamente ciò che accade nel mondo esteriore alla stregua del Bianconiglio di “Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Cosa succederebbe però all’uomo se questa corsa meccanica, d’un tratto, fosse costretta a serrarsi a causa di una forza esterna?
L’uomo si ritroverebbe perso, vuoto. Sarebbe in qualche modo costretto a interfacciarsi nuovamente con quell’altro mondo che ha ricevuto in dono, di cui tuttavia possiede le chiavi di accesso.
Questo libro è dedicato proprio a questo mondo. Come il preistorico si rifugiava nella propria caverna per trovare conforto, così queste favole vogliono aiutare a rispolverare alcune risorse presenti nel mondo interiore. Le novelle raccontano alcune sfumature dell’animo umano e forniscono alcune risorse preziose che possano rendere tale luogo un rifugio sicuro, accogliente e sereno. La speranza è quella di aiutare il lettore ad amarsi, a diventare il miglior amico di se stesso. Così come far ordine in casa, renderla pulita ed organizzata richiede tempo e dedizione, anche organizzare il mondo interiore richiede grande dedizione e forza di volontà. Avere una guida in questo processo può essere di grande aiuto, proprio come un bambino che apprende più rapidamente a camminare se tenuto per mano durante i primi passi.
Le favole sono un potentissimo mezzo per comunicare poiché in qualche modo predispongono all’ascolto. Anche i grandi, ascoltando un racconto, regrediscono alla forma fanciullesca perdendo per un momento quelle cattive abitudini acquisite con gli anni. Per un attimo siamo di nuovo in grado di dedicare tempo, non siamo più arroganti ma umili, proviamo di nuovo stupore. Non è un caso che da Gesù a Platone, da Esopo a Fedro fino ai moderni Antoine de Saint-Exupéry e Luis Sepúlveda, si siano preferite le parabole, i miti e l’apologo animale come strumento per comunicare ed insegnare. Le favole sono oggetti potentissimi perché sono in grado di consegnare messaggi profondi pur mantenendo un linguaggio semplice e chiaro.
Le favole sono generose poiché regalano qualcosa a chi le ascolta e proteggono gli le scrive. L’autore può infatti condividere ciò che ha appreso, durante le proprie esperienze di vita o attraverso la conoscenza dei grandi pensatori, senza doversi esporre troppo, rimanendo pur sempre accanto al racconto con una presenza discreta.
I Racconti di Primavera sono qui con l’intento di intrattenere, fare riflettere, dare speranza. Sono scritti con un pizzico di fantasia… E soprattutto con tanto amore. Alla fine tutto è sempre una questione di amore